Il «minzolinismo»? «Forma di giornalismo che si basa sulla raccolta di dichiarazioni anche informali di uomini politici, senza alcuna verifica delle informazioni raccolte». Parola del nuovo «Annale del lessico contemporaneo italiano», un manuale base per l'aggiornamento dei dizionari. Insomma, per dirla tutta, non proprio un complimento per l'attività del giornalista Augusto Minzolini, cronista parlamentare della Stampa di Torino, che con i suoi pezzi spesso è finito al centro di vivaci polemiche, alcune delle quali con strascico giudiziario (ad esempio per una contestata intervista all'attuale presidente della Camera, Luciano Violante, quando il deputato del Pds era presidente dell'Antimafia, alla vigilia delle elezioni politiche del '94). Nonostante questo, il suo quotidiano, giustamente, ieri presentava con orgoglio il battesimo ufficiale del nuovo neologismo.
Sul fatto che il «minzolinismo» farà presto il suo ingresso trionfale nel vocabolario dalla porta principale e non da quella secondaria dell'«Annale» è pronto a giurarlo il professor Michele Cortellazzo, linguista dell'università di Padova e direttore dell'Anagrafe delle nuove parole italiane». Anche se bisogna sempre ricordare che l'inserimento del «minzolinismo» nel manuale non comporta un inclusione [sic] automatica nei futuri vocabolari.
È comunque la prima volta che ciò accade per un giornalista. Non è successo, in passato, neanche per Montanelli o per Biagi o per Bocca, i più noti tra i grandi cronisti italiani. Anzi, alcuni di loro probabilmente non gradirebbero affatto. E di pochi mesi fa un'editoriale di Bocca su Repubblica dove scriveva così: «Un certo Minzolini...».
«L'Unità», giovedì 8 agosto 1996, p. 6. |