Euro o euri? Il plurale è materia che appassiona

Sono Michele Cortelazzo (con una elle sola, per favore) e ho letto la lezioncina che Arianna Boria mi dà sulla prima pagina del Piccolo del 10 gennaio 2002.

So benissimo che in triestino si dice auti, se non altro perché ho insegnato nell’Università della vostra città per quattro anni, ho udito i triestini parlare anche di automobili e non ho mai subìto alcuno shock uditivo sentendo usare auti. Ma io e il presidente dell’Accademia della Crusca Francesco Sabatini, nell’intervista a Paolo Conti del «Corriere della Sera» cui Boria allude, parlavamo dell’italiano, non del triestino. Non credo di dover ricordare che il triestino, come tutti i dialetti, è una lingua diversa dall’italiano ed è quindi governata da regole sue proprie. Comunque, vale per il plurale di euro in italiano quello che ho detto al «Corriere della Sera» a proposito di cent: «La partita è apertissima, con la lingua non si sa mai come va a finire». Rifacciamo il punto tra, che so, cinque anni, a Trieste come nel resto d’Italia.

Michele Cortelazzo
professore di grammatica italiana
Università di Padova

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D’accordissimo col professore di grammatica. Euro è italiano, auti è triestino. Ma la cifra del pezzo era l’ironia, non l’accademia. Ironia che richiede un’intelligente disposizione, sia in chi la fa, che in chi la riceve.
ar. bor.

«Il Piccolo», lunedì 21 gennaio 2002