L'INTERVENTO
Scienze della Comunicazione, fucina di professionisti

di Michele A. Cortelazzo*

«Qualche volta penso che ci vorrebbero le verghe di ferro per tener fuori dall'università le migliaia di studenti che ingolfano corsi di laurea in grado di condurre soltanto alla disoccupazione o ai call center. Imparare a fare l'idraulico o l'elettricista non è più lucroso che scaldare i banchi a Scienze della comunicazione, nella vana speranza di diventare giornalisti?». Sono parole recenti di uno dei più autorevoli giornalisti italiani, Giampaolo Pansa, che si accoda così a quanti guardano ai corsi di laurea in Scienze della comunicazione in base a uno stereotipo sempre più diffuso: si tratterebbe di corsi di nullafacenti, o comunque di amanti di frivolezze, che si avvicinano a studi poco impegnativi, aperti da università che speculano sul mito del comunicatore per acquisire studenti destinati poi a raccogliere delusioni su delusioni.

Di fronte a questi stereotipi, i corsi di laurea in Scienze della comunicazione proclamano un sonoro «non ci sto». E ancora più sonoro è il «non ci sto» del corso di laurea in Scienze della comunicazione dell’Università di Padova, che proprio in questi giorni celebra il decennale della sua istituzione. La reazione del corso di laurea padovano non nasce solo da uno spirito di autodifesa comprensibile ma tacciabile di parzialità. Scienze della comunicazione a Padova può reagire perché, proprio in vista di questa ricorrenza, ha avviato una ricerca (diretta dalla prof. Arjuna Tuzzi e realizzata dagli studenti) sugli sbocchi professionali dei suoi laureati. Può parlare, quindi, con i fatti e non basandosi sulle impressioni.

La scommessa fatta dall’Ateneo patavino 10 anni fa con l’istituzione del corso di laurea in Scienze della comunicazione risulta una scommessa vinta. Infatti, ben l’86% dei laureati del corso ha un’occupazione retribuita, per la maggior parte in settori coerenti con il titolo conseguito (e un giovane laureato su quattro ha già una posizione di lavoro a tempo indeterminato). L’impiego non è principalmente nel settore del giornalismo, ma in quelli della comunicazione d’impresa e marketing, pubblicità, comunicazione pubblica, comunicazione web.

A raggiungere questi risultati ha contribuito il contenimento delle iscrizioni. Ma alla base c’è certamente la peculiare fisionomia culturale del corso padovano, che riunisce insegnamenti tradizionali del settore umanistico e del settore sociale e li integra con insegnamenti direttamente legati alle professioni della comunicazione. Così il corso offre ai suoi studenti una visione multidisciplinare e li predispone a quella flessibilità di ruolo oggi tanto ricercata dal mondo del lavoro.

Altri corsi di laurea in Scienze della comunicazione hanno sentito il bisogno di darsi una visibilità offrendo la laurea honoris causa a personaggi dei più diversi settori dello spettacolo. Padova non ne avrà mai la necessità: il suo migliore biglietto da visita sono proprio i suoi laureati. Basta leggere i curricula pubblicati in www.comunicazione.lettere.unipd.it

* Professore di Linguistica italiana, corso di laurea in Scienze della comunicazione

«Corriere del Veneto», giovedì 14 settembre 2006, p. 8