(L. A.) Anno 2060: addio al dialetto. La morte delle parlate locali in Italia, se continueranno le tendenze negative in atto, potrebbe avvenire tra il 2060 e il 2085. Se invece prevarrà una tendenza "conservatrice", tale triste evento slitterà a dopo il 2300. Lo sostiene il linguista Gaetano Berruto, citato ieri all'inaugurazione di Antennacinema 2007 dal collega Michele Cortelazzo , che ha tenuto la relazione iniziale sul tema "Le 100 lingue del nordest". Un numero, questo, dato dalla moltitudine di lingue e dialetti parlati dai residenti in Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia (a differenza della Lombardia dove si parla solo il lombardo) e dagli immigrati dei 171 Paesi che vivono nella nostra regione, e che declinano a volte pił di una lingua a testa: il record va ai senegalesi con 6 idiomi. Ma il dialetto si mantiene forte in Veneto, dove quasi una persona su due (44,4%) ha dichiarato l'anno scorso all'Istat di usare il dialetto parlando con gli estranei, a differenza di quanto avviene in Friuli, dove lo fa solo il 29,4% (in calo del 6% rispetto al 2002), e dei trentini: solo 1 su 4 parla in dialetto a chi non conosce (erano 4 su 10 cinque anni fa).
"Special guest" dell'inaugurazione di ieri è stato Massamba Thiam, mediatore culturale senegalese del Comune di Conegliano: anche con lui, a dicembre, Antennacinema proporrà a Conegliano film africani e italiani. Oggi martedì, intanto, seconda giornata di Antennacinema: alle 20.45, al cinema Melies, sarà proiettato gratuitamente il film "Il mio Paese" di Daniele Vicari. Sarà presente il trevigiano Claudio Calia, autore del fumetto - inchiesta "Porto Marghera: la legge non è uguale per tutti". E il programma di Antennacinema si arricchirà di nuovi appuntamenti, tra i quali le proiezioni di "Anis tra noi" di Marco Simon Puccioni e "Mal ombra" di Daniele Segre.
«Il Gazzettino», Edizione di Treviso, martedì 13 novembre 2007, p. XV | |